-Il contesto-

-Un'ipotesi di ricostruzione della planimetria del Palazzo dei Priori (Contenuto delle stanze)-

Il Palazzo del Podestà

-Piante tematiche: La vita
all'interno del palazzo-

-Bibliografia-

-Ringraziamenti-

Il palazzo dei priori e il palazzo del podestà di Perugia alla fine del Trecento > L'inventario del 1397

Home: Menù principale - La codifica elettronica del documento - Trascrizione - Indice dei nomi - Traduzione - Glossario - Riproduzione fotografica

Introduzione al documento

Il documento preso in esame, un inventario notarile della fine del XIV secolo, è conservato temporaneamente presso gli uffici della Soprintendenza archivistica per l'Umbria. Fa parte di un complesso di carte antiche (dal XIII agli inizi del XX secolo) che si trovavano nell' abitazione privata di Francesco Briganti (1873 - 1961) e su cui probabilmente il notaio e studioso perugino, nonchè bibliotecario e archivista (conservatore tra l'altro dell'Archivio storico del comune di Perugia), stava lavorando al momento della morte. Il filo conduttore che lega questa raccolta di documenti è il fatto di essere delle fonti di notevole interesse per la storia (soprattutto pre-unitaria) della città di Perugia e di alcuni centri limitrofi, tra cui Deruta. La prova dell'interesse dello studioso per queste carte è data dai numerosi appunti (su fogli cartacei o in certi casi a matita direttamente sulle fonti) di sua mano rinvenuti.

Osserviamo più dettagliatamente le carte conservate nel fascicolo della raccolta di Francesco Briganti segnato con il numero 11, tra le quali si trova l'inventario che è preso in esame in questo sito. Il fascicolo è composto da due sottofascicoli, il primo dei quali contiene l'inventario di cui si tratta. Nel secondo sottofascicolo, la cui coperta reca il titolo “Documenti trascritti inediti n°7 (Busta numero X – Inventari” >> sono conservati i seguenti pezzi: 1) Un registro di 59 pagine, numerate a matita, che contiene la trascrizione completa dell'inventario trecentesco di cui si parlerà diffusamente più avanti. 2) Un registro di cc. 18 in cui è stato copiato l'inventario dei beni del comune di Perugia del 1382 (gennaio 1). La prima carta presenta la scritta, a matita in verticale “Inventario copiato dal libro Inventari del comune di Perugia carta 45 e seguenti” >> 3) Un piccolo registro non rilegato di cc. 4 contenente una trascrizione parziale di un inventario delle cose (esistenti nelle case di di ser Galguni vicino a Perugia) spettanti all'esercizio dell'arte della lana. Il titolo, che indica anche dove è conservato l'originale, è “Pergamena CC Numero 44 – cass. 59” >>. Si ritiene che la mano che ha eseguito le trascrizioni sia di Francesco Briganti. La segnatura che si trova sulla coperta cartacea del fascicolo rimanda all'archivio privato dello stesso studioso. Osservando il contenuto delle trascrizioni si suppone che stesse conducendo una ricerca sull'artiglieria e altre armi della milizia del comune di Perugia nel Medioevo.

Insieme al fascicolo contenente le tre trascrizioni c'è il documento originale della fine del Trecento trascritto e tradotto in italiano nelle pagine web di questo sito. E' un inventario degli oggetti appartenenti al comune di Perugia datato 31 gennaio 1397. E' stato rogato dal notaio Onofrio ser Ranutii e consegnato agli ufficiali del comune Teo Angeli e Paolino Nucoli, che lasciano la carica (come si legge nell'introduzione dell'inventario) a Andrea ser Angeli e a Nicola Marinutii. Testimoni dell'atto sono Dionisio Fatii e Udorigi domini Morandini.

Il documento, scritto in latino, su supporto pergamenaceo, è in buono stato di conservazione, sebbene sia stato rinvenuto piegato in due orizzontalmente. L'inventario è stato vergato su di un fascicolo composto da quattro fogli di pergamena piegati in due verticalmente e non sono rilegati. In alto a destra di ogni carta (otto in tutto) sono presenti due differenti numerazioni, una in cifre romane dal LXXXXV al CII e una (probabilmente posteriore) in cifre arabe dal 79 al 85. Le ultime due carte sono bianche e comprese nella numerazione.

Qualche riflessione è necessaria sulla provenienza originaria di questo documento rinvenuto in casa di Francesco Briganti. La numerazione presente ci dice chiaramente che si tratta di un frammento di un registro cartulato di cui lo studioso ci segnala la collocazione nell'Archivio storico del comune di Perugia. La segnatura indicata nella trascrizione sopracitata >> non corrisponde però a quella dell'inventario dell'archivio curato da Giovanni Cecchini[1], che fu il primo direttore dell'archivio dell'A.S. di Perugia. Probabilmente la segnatura si riferisce a una organizzazione dell'Archivio diversa da quella attuale. Nel testo di Cencetti l'inventario dei beni del Comune di Perugia dal 1375 al 1416 è collocato al n° 16 della serie Inventari. Infatti, preso in esame tale registro, conservato presso l'A.S. di Perugia, si è potuto constatare la mancanza delle carte dalla 79 alla 85 (in numerazione romana da LXXXXV a CII), che corrispondono perfettamente a quelle compongono il frammento pergamenaceo di cui ci siamo occupati. Inoltre, nelle carte seguenti del registro (dalla c.89 alla c.179) sono stati compilati inventari del tutto simili a quello da noi descritto. E' da registrare che il registro, con coperte di legno, è in cattivo stato di conservazione e la legatura del tutto rovinata. Evidentemente il fascicolo era già staccato dal registro quando Briganti lo prese in esame.

Si ritiene utile evidenziare due errori di cartulazione che sono stati individuati durante l'analisi del frammento e dell'intero registro. Nel frammento risulta saltata la numerazione in cifra araba della seconda carta. Nel registro conservato c/o l'A.S. di Perugia alla carta che dovrebbe recare il n° 86 (subito dopo la lacuna) è attribuito il n° 81, continuando di seguito regolarmente la numerazione dal n° 87 in poi. Non si segnalano incoerenze nella numerazione in numeri romani.

La trascrizione è stata effettuata sciogliendo tutte le abbreviazioni e riportando in nota tutti gli errori del redattore dell'inventario (cancellature, refusi e parole soprascritte).

Nell'eseguire la traduzione si è deciso di conservare i termini della lingua italiana più vicini a quelli del latino medioevale presenti nella fonte, dove questi non inficiassero un'agile lettura (il termine latino hostium, ad esempio, per la sua ricorrenza nel testo è stato tradotto con porta invece che con ostio, parola italiana ma desueta). In molti altri casi invece parole obsolete, regionali e non comuni sono state inserite nel testo italiano e si è provveduto a collegarle (con un link) a un glossario che ne spieghi il significato. Dove non indicato diversamente, le definizioni del glossario sono state tratte dal Grande dizionario italiano dell'uso (Tullio de Mauro, UTET). Altri strumenti utilizzati per la traduzione sono stati: il Grande dizionario della lingua italiana (a cura di Salvatore Battaglia, UTET), il Glossarium mediæ et infimæ latinitatis. (Du Cange, Favre) e il vocabolario del dialetto perugino (Catanelli, Tibergraph).

Il pezzo archivistico considerato è un inventario notarile completo, nel senso che è strutturato, come da tradizione, in tre parti: una introduzione in cui vengono inseriti di norma i rogatari, il proprietario dei beni e i testimoni; il corpo dell'inventario, in cui vengono elencati i beni; la sottoscrizione del notaio. In questo particolare inventario il corpo è diviso in cinque parti, ovvero in cinque diversi elenchi. Il primo è l'inventario dei beni di proprietà del comune di Perugia rinvenuti all'interno del palazzo dei priori, del palazzo del capitano del popolo (adiacente e collegato al primo) e di altre case di proprietà del comune. Il secondo è l'inventario dei beni di proprietà dello stesso comune rinvenuti all'interno del palazzo del podestà. Il terzo e il quarto elencano l'artiglieria, le munizioni e altre armi e arnesi a disposizione del comune poste all'interno e nelle vicinanze del palazzo dei priori e in altri luoghi (c'è l'elenco di arnesi di proprietà del comune all'interno delle chiese di san Lorenzo e di sant'Ercolano). Il quinto descrive gli strumenti di lavoro per la manutenzione della fontana di piazza e dell'acquedotto di Montepaciano. Poiché questo sito si propone come un contributo alla ricerca storica, poiché gli indirizzi storiografici contemporanei considerano di primaria importanza la struttura architettonica, la disposizione delle stanze e i manufatti contenuti nei palazzi del potere di una tra le maggiori città italiane del Trecento, si è deciso di trascrivere, tradurre e analizzare solo i primi due inventari. Degli altri tre è possibile visionare la riproduzione fotografica (dalla carta 81r). >>

Top

Note

































Torna al testo--





Torna al testo--





Torna al testo--


















Torna al testo-- --
Home