-Il contesto-

-Un'ipotesi di ricostruzione della planimetria del Palazzo dei Priori (Contenuto delle stanze)-

Il Palazzo del Podestà

-Piante tematiche: La vita
all'interno del palazzo-

-Bibliografia-

-Ringraziamenti-

Il palazzo dei priori e il palazzo del podestà di Perugia alla fine del Trecento > L'inventario del 1397

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La codifica elettronica del documento

Trattandosi di una trascrizione per un'edizione elettronica e non per un'opera a stampa il lavoro è stato portato avanti seguendo queste fasi:

  1. Battitura su un documento in formato solo testo (txt)
  2. Copia del testo trascritto su di un file in formato xml, al quale è stata applicata una codifica o marcatura conforme allo schema Tei Lite (una versione della Tei, la Text encoding initiative, standard di codifica elettronica riconosciuto a livello mondiale per i testi umanistici) di cui meglio si parlerà più avanti
  3. Conversione del detto documento xml in uno in formato html attraverso una trasformazione xsl (che è in sostanza un linguaggio di programmazione che nel nostro caso permette di trasformare la codifica e i marcatori della Tei in quelli conformi allo schema html) al fine di poter visualizzare il documento su di un browser e permettere quindi la pubblicazione sul web. Con lo stesso linguaggio (xsl) sono state aggiunte le note al testo
  4. Applicazione al file html frutto della trasformazione al punto 3 di un foglio di stile in formato css. Quest'ultimo è responsabile del layout (la disposizione degli elementi nella pagina) e della formattazione (elementi stilistici ed estetici quali il carattere utilizzato o i colori ) delle pagine web finali e visibili dall'utente

Bisogna spendere qualche parola in più sulla fase di codifica o marcatura del documento con il linguaggio xml (punto 2 dell'elenco precedente), anche perché non riguarda aspetti meramente informatici. Si vuole spiegare il motivo per cui è stato necessario trasportare lo stesso testo (battuto su pc direttamente dalla fonte) in più formati elettronici (txt, xml e html per mezzo di xsl, sigle che a un profano possono sembrare incomprensibili). La marcatura di una fonte storica, come di qualunque altro testo scritto, è l'aggiunta nel testo elettronico di tutti quegli elementi e fenomeni del testo originale che non si possono riprodurre utilizzando le lettere di una tastiera di un calcolatore (enfatizzazioni, capitoli e paragrafi, citazioni, aggiunte e molto altro). Come esempio si pensi a un manoscritto in cui ci sono parole sottolineate da una mano esterna. Il ricercatore che si accinga a studiare queste aggiunte e pubblicare il testo in formato elettronico con un intento scientifico deve segnalare queste evidenze in modo opportuno. Limitandosi a compiere questa operazione con una serie di note a piè di pagina il valore aggiunto del calcolatore rispetto al testo a stampa sarebbe nullo. Codificando le sottolineature direttamente sul testo elettronico si predispone il testo a innumerevoli elaborazioni, analisi e studi che lo stesso ricercatore o altri possono effettuare in futuro. Nell'esempio proposto la codifica può essere “leggera”, segnalando solamente la presenza di una enfatizzazione della parola, o più “profonda” rendendo conto di molteplici informazioni (lo spessore della sottolineatura, il responsabile della stessa e molto altro, a seconda delle prospettive della ricerca). I marcatori o tag (racchiusi tra parentesi uncinate) servono a segnalare queste informazioni aggiuntive al semplice testo. Per essere utili e comprensibili questi marcatori devono possedere un significato condiviso e riconosciuto (da qui lo standard Tei di cui si è parlato). Supponiamo dunque che nella frase seguente la parola rerum sia sottolineata e masseritium cerchiata da Francesco Briganti, (il marcatore denominato aggiunta in questo caso è stato inventato per renderne evidente il significato)[1].

Hoc est inventarium (<)aggiunta tipo=“sottolineato” autore= “FrancescoBriganti”(>)rerum(<)/aggiunta(>) et (<)aggiunta tipo=“cerchiato” autore=“Francesco_Briganti”(>)masseritium(<)/aggiunta(>) ...

La codifica o marcatura è anche, o forse soprattutto, un lavoro d'interpretazione perché non sempre sono palesi certe informazioni e intenzioni del creatore del testo.

Queste regole valgono per i documenti in formato xml. Attualmente questo formato non è letto dai browser e per visionare sul web questo tipo di file è necessario trasformarli in documenti html. Su questi ultimi, applicandovi un foglio di stile css, l'editore del documento può decidere arbitrariamente come presentare al lettore il testo. Nel nostro esempio le parole sottolineate e cerchiate nella fonte possono senza alcun problema vedersi sullo schermo di un utente in stile grassetto, se per qualche motivo se ne abbia la necessità. Ciò perché è il sottostante documento xml il frutto reale della ri-mediazione della fonte che assicura la conservazione nel tempo in formato elettronico, l'autorevolezza di uno standard riconosciuto da organismi internazionali e l'attendibilità rispetto alle informazioni contenute nella fonte.

Segue qualche accenno alla codifica effettuata dell'inventario trecentesco preso in esame. Come si è detto, in questo lavoro si è utilizzato lo standard Tei. Per rendere evidente il modo in cui il compilatore dell'inventario ha descritto ogni stanza degli edifici descritti si è fatto largo uso dei marcatori list (che serve a rappresentare la presenza di una lista), head (che serve a rappresentare il titolo di una lista) e item (che serve a rappresentare le voci di una lista). Questi marcatori sono conformi allo standard Tei, il loro significato e utilizzo è spiegato nelle guidelines TEI che si trovano on-line sul sito http://www.tei-c.org e nel già citato testo a curato Fabio Ciotti[2]. Altri tags (sinonimo di marcatore) utilizzati sono stati: rs (per i nomi di luogo e di persona), date (per le date), add (per le lettere o le parole aggiunte o soprascritte dal compilatore dell'inventario stesso), del (per le cancellature apportate sempre dal compilatore) e div (che è utile per dividere l'intero documento in sezioni e sottosezioni).

Durante il lavoro ogni singolo elenco di oggetti all'interno delle stanze degli edifici considerati nella fonte è stato codificato (cioè rappresentato nel documento elettronico) nel modo seguente:


(<)list(>)

----------(<)head(>)In sala mense dicti palatii(<)/head(>)

----------(<)item(>) Quattuor tabule acte ad comestionem parandam ....(<)/item(>)

----------(<)item(>).... (<)/item(>)

----------(<)item(>)....(<)/item(>)

----------(<)item>) Due stanghe commisse ad murum(<)/item(>)

(<)/list(>)


Inoltre, i due inventari trascritti sono stati considerato come una lista di liste. Ognuno dei due inventari, in altre parole, si è codificato come una lista di voci. Ogni voce descrive una stanza dell'edificio, a sua volta strutturata come una lista, come si vede nell'esempio:


(<)list(>)

----------(<)head(>)In primis in palatio habitationis dominorum priorum Artium(<)/head(>)

----------(<)item(>)

--------------------(<)list>)

------------------------------(<)head>)In sala mense dicti palatii(<)/head(>)

------------------------------(<)item(>) Quattuor tabule acte ad comestiones parandam …..(<)/item(>)

------------------------------(<)item>).... (<)/item(>)

--------------------(<)/list(>)

----------(<)/item(>)

----------(<)item(>)

--------------------(<)list(>)

------------------------------(<)head>)In sala inferiori(<)/head(>)

------------------------------(<)item>) Scanna circha sala cum tribunalibus …..(<)/item(>)

------------------------------(<)item>....(<)/item(>)

--------------------(<)/list(>)

----------(<)/item(>)

----------..........

(<)/list(>)


La codifica Tei, oltre a rendere evidenti fenomeni testuali come spiegato sopra, descrive in sostanza la struttura logica del documento ( liste, divisioni in capitoli, paragrafi, e altro), come si è cercato di fare durante la codifica di questo inventario. Il documento xml creato è visualizzabile cliccando la seguente freccia >>

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